Guadagnare Online. Un tabù?

Vita da blogger e guadagno online.

Si lo ammetto, mi piace il termine blogger, mi piace il suono, come bolla, o ballare, bloggare. Bello anche lo stile di vita che esprime. Essere una blogger è fantastico, soprattutto quando essere blogger passa dall’essere un hobby a essere qualcosa di più serio. Sempre più persone vivono con il blogging, nel senso che è la loro primaria fonte di guadagno. Secondo me è bello anche scrivere per pura passione. Ma vi garantisco che diventa fantastico quando puoi fare tutte e due le cose: seguire la tua passione e guadagnare.

Trovo che spesso ci sia un’idea negativa di chi fa soldi online. Come che fosse un peccato mortale ricevere delle commissioni da link di affiliazione. Ma io dico: se compri un libro, lo paghi no? Se compri un abbonamento a Sky, lo paghi no? La fantastica TV italiana non la paghi, ma la pubblicità te la guardi, quindi qualcun’altro paga, no?

Noi blogger creiamo un sacco di contenuto di qualità, gratuito, spesso non mettiamo neanche la pubblicità sui nostri blog (su questo ad esempio non credo la metterò mai) e lo facciamo perchè ci piace scrivere e siamo appassionati di quello di cui scriviamo. Molto spesso siamo anche più esperti di alcuni consulenti che si fanno pagare, perchè noi blogger stiamo tutto il tempo online a studiare, mentre i consulenti che si ritengono esperti credono di non dover studiare più niente. In generale, siamo tutti felici di farlo. Ma non vedo niente di male nel finanziare il nostro blog in qualche modo. Negli Stati Uniti c’è un atteggiamento molto più tranquillo nei confronti dei blogger o di chi fa marketing online, anche se in realtà ci sono alcuni che ancora sparano molte critiche. Si sa che mantenere un sito costa e in qualche modo lo si deve finanziare. Ora, c’è chi per fare soldi online ti venderebbe anche suo fratello e chi invece lo fa in modo corretto. Suggerisce prodotti buoni, che ha provato, e che risolvono problemi reali o danno risposte in 2 secondi risparmiando ore di ricerche online. Uno dei personaggi più famosi che fa business online è Patt Flynn, che seguo e ammiro molto. Fa soldi online in vari modi, ma sempre in modo molto trasparente. Ti dice: “questo link è un link di affiliazione, se vuoi comprare il prodotto puoi anche andare direttamente sulla loro pagina ma se lo compri tramite questo link mi fai ricevere una commissione. Se lo farai, ti ringrazio in anticipo”. E tutti a dire: “ecco, i prodotti che mi suggerisce lo fanno guadagnare, per forza li suggerisce. Il suo parere non è obiettivo…”

C’è differenza. La RAI, quando ti spara la sua pubblicità, non sceglie solo i prodotti migliori. Pubblicizza la FIAT, poi la Mercedes, poi la Toyota, poi la Renault, poi la BMW e insomma hai capito. Non gli interessa quale di questi prodotti sia il migliore, gli interessa che ci guadagna.

Un blogger è diverso (quelli seri e corretti). Se un blogger è serio e corretto fa pubblicità solo a prodotti che usa e ha provato. Di solito ne evidenzia anche gli aspetti negativi, per essere ancora più trasparente. Ti dà il suo parere, ti spiega come usarli, crea dei video tutorial, insomma ti da un valore aggiunto che non avresti andando direttamente sul sito dell’azienda. Mi sembra giusto ricompensarli in qualche modo. Dalle mie parti si dice: non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca. Ovvero, non puoi avere un prodotto completamente gratuito senza pubblicità, e non puoi avere un prodotto senza pubblicità completamente gratuito. Se non vuoi pagare tu, ci deve essere qualcun’altro che paga, uno sponsor o un finanziatore. Ma i soldi da qualche parte devono arrivare. I soldi, per chi fa business, sono importanti. Solo in Italia continuiamo a pensare che i soldi siano il male puro. La mia visione da ex-antropologa è che per quanto nessuno più si dichiari cattolico, il cattolicesimo ci è entrato nelle vene e il detto biblico “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” ci ha fatto fatto pensare che il denaro sia il diavolo. Non per niente, i paesi cattolici sono quelli con un’economia in rovina, mentre i paesi protestanti (Germania col luteranesimo, Inghilterra e Stati Uniti col calvinismo) hanno più rispetto di chi si dà da fare e si rende utile alla società creando business, imprese, lavoro e benessere per il paese.

Guadagnare online non è sbagliato, essere intraprendenti e imprenditori fa avanzare un paese e la sua economia. Tante aziende americane che oggi valgono milioni sono nate come blog. Mashable, Tech Crunch, Life Hacker…sono blog che si sono trasformati in aziende, e oggi creano lavoro, soldi e benessere.

Spero prima o poi anche anche l’Italia riesca a passare per questa benedetta cruna dell’ago.

Creare i propri pensieri

“Hai il potere di guarire la tua vita, e devi esserne consapevole. Spesso pensiamo di non avere nessun potere, ma non è così. Abbiamo il potere delle nostre menti. Abbiamo sempre il potere delle nostre menti. Rivendica e usa questo potere con consapevolezza.”

Louise Hay

Louise Hay è una delle mie autrici preferite. Il primo libro che ho letto è stato “You can heal your life”, tradotto con Puoi guarire la tua vita. L’ho trovato per caso mentre curiosavo nella libreria di un amico, tanti anni fa. Dopo averne sfogliato poche pagine, gliel’ho chiesto in prestito, sono andata a casa e mi sono immersa nella lettura. Qualcosa mi diceva che quel libro sarebbe stato importante.

Il libro parla di come guarire le ferite della nostra vita, imparare ad amarci, creare la nostra vita e i nostri pensieri.

Credo che tutti noi abbiamo qualcosa da guarire nella nostra vita. A volte possiamo andare avanti anni senza sentire il bisogno di affrontare e curare ciò che va curato, a volte invece è un bisogno pressante. E quando il bisogno si fa importante cominciamo, inconsciamente, a cercare. E così troviamo risposte.

Così è stato per me. Era giunto il momento di iniziare a cercare risposte. Come per magia, mi è capitato per le mani questo libro. Ed è stato l’inizio di un viaggio.

Non è mai lo strumento che provoca il cambiamento. Lo strumento è solo un mezzo. Siamo noi la chiave del cambiamento. Siamo noi che decidiamo, a un certo punto, di cambiare e di prenderci la responsabilità della nostra vita e della nostra felicità. Essere felici e avere una vita bella non capita per caso, lo dobbiamo costruire prendendoci la responsabilità del nostro destino.

Troppo spesso diamo la colpa a fattori esterni se le cose vanno male o siamo infelici. Quando qualcosa va storto potremmo ritrovarci a dire “Non è colpa mia, è stato lui, è stata lei, è il tempo, è la condizione storica, è l’economia, è il destino…”

Questa è la condizione da cui partiamo tutti. Una condizione di non consapevolezza. Crediamo che la nostra felicità dipenda dal bel tempo, dall’avere un lavoro, dall’avere fortuna, dall’avere buone occasioni, dall’avere relazioni soddisfacenti. Invece è proprio il contrario: è la nostra volontà di essere felici che ci fa apprezzare qualunque condizione climatica, che ci fa creare occasioni lavorative, che ci fa trovare buone occasioni, che ci fa creare relazioni soddisfacenti. La nostra volontà crea il nostro destino, non viceversa.

Ma io non lo sapevo, e come me non lo sanno tanti altri. Quando ho aperto le pagine di questo libro e ho letto:

“Ogni pensiero che pensiamo crea il nostro futuro” sul momento mi sono arrabbiata. Ho detto a me stessa che non sono io a creare i miei pensieri, che sono loro a entrare nella mia testa. Quando ho letto “Tu sei l’unica persona a pensare nella tua mente. Tu sei il potere e l’autorità nel tuo mondo” ho detto no, non è così per me. Ci sono altri che parlano nella mia mente. Genitori, maestri, professori, commenti negativi che si ripetono, parole che mi hanno ferita, persone che in passato mi hanno detto che non ero abbastanza brava…tutti questi pensieri a volte entrano nella mia mente e mi fanno dubitare di me stessa. Quindi non sono l’unica a pensare nella mia mente. C’è il mio passato a pensare per me.

Ho continuato a leggere, e nonostante la rabbia che provavo nel leggere alcune frasi, ho terminato il libro. Ho iniziato a fare meditazione tutte le mattine, ad ascoltare il mio respiro e concentrarmi nel momento presente, ad osservare i miei pensieri negativi senza identificarmi con essi. Dopo questo libro ne sono arrivati tanti altri, come per caso entravano nella mia vita tramite suggerimenti di amici o perchè il libro che stavo leggendo li citava. Dopo “Puoi guarire la tua vita
è stato la volta de “La via dell’artista. Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi“. Poi del libro di Lise Bourbeau “Le cinque ferite e come guarirle” e della nuova medicina germanica Le 5 Leggi Biologiche e la Nuova Medicina del Dr. Hamer.

Come dicevo prima, i libri non sono la risposta, sono le domande giuste. Sono le domande giuste che ci fanno cercare la risposta nella giusta direzione. Come disse il mio istruttore di guida “Ovunque tu diriga gli occhi guiderai, inconsciamente, anche la macchina, quindi guarda dove vuoi arrivare e inconsciamente guiderai la tua macchina là”.

Prima di iniziare il mio percorso di consapevolezza mi facevo domande del tipo “Perchè non sono felice? Perchè capitano tutte a me? Perchè sono così timida? Perchè non ottengo quello che voglio? Perchè non so capire cosa voglio?”

Stavo dirigendo il mio sguardo verso i problemi, e inconsciamente portavo la mia vita verso altri problemi. Inoltre questo ti porta facilmente a rispondere con risposte a tono, per esempio “perchè te lo meriti, perchè sei stupida, perchè non vali niente” e così via.

Quando iniziamo a porci domande diverse, otteniamo risposte diverse. Questo è stato ciò che il libro di Louise Hay ha fatto per me: mi ha fatto iniziare a pormi le domande giuste. Per esempio “Come posso essere autrice della mia vita invece che spettatrice? Come posso creare la mia felicità invece che aspettare che mi capiti addosso? Come posso far sì che i pensieri nella mia mente non guidino le mie azioni, soprattutto se sono pensieri negativi?”

Questo tipo di domande orientano alla soluzione. Obbligano la nostra mente a trovare un “come fare per”.

Possiamo fare questo solo quando accettiamo che i nostri pensieri creano la nostra vita, e che quindi dobbiamo indirizzarli dove vogliamo noi. Allora possiamo iniziare a porre attenzione ai pensieri, mentre prima ci identificavamo semplicemente con essi. Possiamo capire che non siamo i nostri pensieri, noi siamo creature che hanno pensieri, e possiamo semplicemente fare attenzione a questa differenza, notare che stiamo pensando pensieri negativi invece che fluire con essi.

Osservare i nostri pensieri ci permette di distanziarci da essi e nello stesso tempo di acquisire più consapevolezza di noi stessi e del nostro corpo nel momento presente. Quando siamo presenti a noi stessi, rilassati o in meditazione possiamo allora sostituire i pensieri distruttivi con pensieri creativi. Tutto qua. Questa è la chiave. Per quanto possa sembrare semplice questo processo richiede mesi e anni di pratica. Eppure, ogni viaggio inizia con un passo.

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