Londra è fantastica ma è anche una sfida
Sì è così, Londra è una città meravigliosa che ama renderti la vita difficile.
La mia relazione con l’Inghilterra è iniziata piano piano, sono entrata dalla porta di servizio per così dire. Sono arrivata nel lontano luglio 2012 per abitare a Colchester, dove ho fatto un master in traduzione. Un impatto delicato, perché ho avuto tempo di abituarmi a tante cose tipicamente inglesi senza dover fare i conti con la frenesia della metropoli. Ho vissuto lì per un anno e mezzo, e ora vivo a Londra.
Ecco, guardandomi indietro ringrazio il fatto di aver abitato in un paesino per un anno e mezzo prima di spostarmi nella capitale, perché se no credo che avrei avuto un trauma. La città è un casino, le linee di metro si intrecciano e mi ci è voluto un po’ per capire che la DLR non è una linea di metro ma invece gira in superficie. Mi sono persa in un bel po’ di strade, nonostante avessi sempre la mappa sullo smartphone. E devo ammettere che sono riuscita a perdermi anche dentro fermate della metro.
La cosa più bella è quando provo a cambiare percorso, a prendere un’altra linea perché mi sento avventurosa, e sbuco fuori da una stazione che mi sembra di essere in un’altra città. Così ieri sono sbucata a Canary Wharf, la zona dove ora stanno tutti gli uffici e in giro si vedono solo uomini d’affari. Non sembra attraente. Eppure, quando sono uscita dalla metro che faceva già buio e ho visto questi palazzi enormi pieni di luce stagliarsi contro la notte per un attimo mi sono emozionata. Ho proprio pensato: “che meraviglia…”
Il che è strano, perché non c’è molto di meraviglioso in un palazzo pieno di uffici. Ma sarà che ero nell’umore di trovare bellezza ovunque stile sacchetto di plastica in American Beauty, e così il fascino della città mi ha colpita in pieno. Mi sono sentita al centro del mondo, ho sentito che tutto poteva succedere.
Ricordo che quando arrivai in Inghilterra per i primi mesi non riuscivo a capire cosa mi dicesse la gente. E se avessi dovuto orientarmi a Londra senza neanche capire bene la lingua avrei avuto una crisi di nervi ogni due giorni. Invece fortuna ha voluto che abbia avuto il tempo di adattarmi alla lingua in un posto dove non dovevo chiedere troppe informazioni perché ci sono 4 strade in tutto.
Così ora posso giocare al mio gioco preferito nelle grandi città: chiedere informazioni agli sconosciuti e vedere per quanto tempo riesco a intavolare una conversazione. Ieri sono stata fortunata, ho incontrato una ragazza simpaticissima, alla quale ho chiesto come uscire da quella maledetta stazione di Canary Wharf. Sarà perché stava aspettando suo marito che era in ritardo, o sarà perché era incinta e gli ormoni della maternità la mettevano di buon umore, siamo rimaste a parlare per dieci minuti. Non male per una conversazione iniziata col chiedere come uscire nella direzione giusta da una stazione di metro! C’è chi dice che gli inglesi siano tutti chiusi. Certo, statisticamente sono di più le persone riservate di quelle estroverse. Però c’è anche chi dice che gli italiani siano tutti mafiosi, e benché statisticamente abbiamo più mafia che in paesi tipo la Norvegia, non vuol dire che lo siamo tutti. Mi piace rompere gli stereotipi, e così ho chiacchierato per più di dieci minuti con la simpatica ragazza inglese incinta, che portava una graziosa spilletta col simbolo della metro e la scritta Baby on Board. Questo fa sì che nella metro abbia il diritto di chiedere un posto a sedere a chiunque, e di solito glielo danno. Questo è un altro stereotipo sull’Inghilterra, che gli inglesi siano più civili. Statisticamente, è vero. Così a pelle, in questi due anni ho visto livelli di senso civico un po’ più alti che nella mia terra, ma poi sai, chi può dire davvero. Trovi sempre quello con la luna storta che ti risponde male anche se è inglese. Sopratutto in questa città, che è meravigliosa ma a volte mette davvero a dura prova la tua pazienza. #loveLondon